
MagnetisMM-5: Studio di monoterapia Elranatamab (PF-06863135) e Elranatamab+Daratumumab versus Daratumumab+Pomalidomide+Desametasone in partecipanti ricaduti e resistenti al Mieloma Multiplo
CODICE STUDIO
NCT05020236
TIPOLOGIA
Ricaduti
NOME SPONSOR
Pfizer
DESCRIZIONE
Questo studio viene proposto a pazienti con Mieloma Multiplo che abbiano ricevuto in precedenza almeno un tipo di terapia per la malattia e che devono essere stati trattati in precedenza con il farmaco Lenalidomide mentre non devono avere mai ricevuto Daratumumab. Il trattamento prevede l’assegnazione casuale ad uno di tre possibili tipi di terapia. Il primo tipo di trattamento, che viene proposto ad un terzo dei pazienti, consiste nella somministrazione dell’anticorpo monoclonale bispecifico Elranatamab. Tale anticorpo ha la proprietà di avvicinare i linfociti T, cellule molto efficaci del sistema immunitario, alle cellule ammalate. Quando il linfocita T si trova vicino alla cellula tumorale, si attiva ed uccide la cellula bersaglio. L’attività di uccisione delle cellule tumorali è estremamente elevata e, di conseguenza, l’efficacia terapeutica è in grado di controllare forme di malattia molto gravi. L’effetto collaterale principale è legato all’attivazione eccessiva del sistema immunitario, ed è rappresentato dalla possibile insorgenza dei sintomi di una sindrome che viene chiamata “sindrome da rilascio di citochine” o CRS. I disturbi tipici della CRS consistono nell’insorgenza di febbre, che può essere anche molto alta, abbassamento della pressione arteriosa, tanto da dovere ricorrere all’infusione di liquidi per via endovenosa, e riduzione dell’ossigeno nel sangue, per cui si rende necessario un supporto con occhialini o mascherina. La severità di questi sintomi è variabile, sebbene, grazie alle terapie oggi disponibili, nella gran parte dei casi sia possibile gestirli in reparto. Nei rari casi più gravi è invece opportuno un trasferimento in terapia intensiva. La CRS compare dopo circa 5-7 giorni dalle prime infusioni di elranatamab e, generalmente, si risolve in una settimana. Un altro disturbo che può verificarsi in una piccola quota di pazienti è chiamato ICANS e consiste nella comparsa di disturbi neurologici di severità variabile, che vanno da un modesto stato di confusione alla comparsa di crisi epilettiche o coma. Anche in questo caso, grazie ai trattamenti disponibili, è possibile contenere la sintomatologia a forme generalmente leggere o moderate. L’ICANS può comparire dopo alcune settimane dalle prime infusioni di Elranatamab e le sue manifestazioni possono richiedere diversi giorni per risolversi completamente. In generale, tutti questi disturbi sono completamente reversibili e non lasciano esiti. Altri disturbi che si possono verificare in seguito all’infusione di Elranatamab sono una riduzione dei valori dei globuli bianchi, delle piastrine e dell’emoglobina, che può perdurare alcuni mesi, e, più in generale, un abbassamento delle difese immunitarie di durata prolungata. La somministrazione di Elranatamab avviene settimanalmente ed è previsto che le prime 3 somministrazioni si svolgano in regime di ricovero, mentre tutte le successive vengono effettuate in day hospital.
Il secondo tipo di trattamento, che viene proposto ad un terzo dei pazienti, consiste nell’associazione di Elranatamab con Daratumumab, un altro anticorpo monoclonale molto attivo nel Mieloma. Il profilo di tossicità e le modalità di gestione della terapia sono sostanzialmente analoghe a quanto detto sopra.
Il terzo ed ultimo tipo di trattamento, che viene proposto ad un terzo dei pazienti, consiste nell’associazione di Daratumumab con Pomalidomide e Desametasone. Anche questa terapia è altamente efficace e si caratterizza per l’assunzione per bocca dei farmaci Pomalidomide e Desametasone, mentre Daratumumab necessita di essere somministrato per via sottocutanea in ospedale con uno schema che prevede un accesso in ospedale una volta alla settimana per i primi 2 mesi di trattamento, quindi una volta ogni 2 settimane per i 4 mesi successivi, quindi una volta al mese dal settimo mese in poi. Il trattamento è generalmente ben tollerato. Come principali possibili effetti collaterali si può segnalare un certo grado di stanchezza, un aumento del rischio infettivo ed un abbassamento dei valori di globuli bianchi, piastrine ed emoglobina.
FARMACI UTILIZZATI